Camminata attraverso la Garbatella Coloniale

pubblicato in: Notizie | 0

Sbattezzo, cancel culture, re-mappatura

Di fronte alle eredità del passato il “che fare?” non sempre è semplice e scontato. Scardinare le targhe più oscene o abbattere i monumenti più ingombranti è cosa buona e giusta ma, da parte nostra, senza infilarci nella querelle della cancel culture, crediamo vada fatta innanzitutto un’opera di rilettura della città. Re-Mappatura è il nome scelto da una fotografa, Bénédicte Kurzen, per il suo lavoro. “I nomi delle strade – afferma la Kurzen – sembrano essere dettagli minimi, eppure sono una parte essenziale della nostra geografia quotidiana.” La mappa della città costruita come tessuto narrativo dominante va dunque rivista e sottoposta a critica restituendo ai singoli personaggi o ai fatti storici la loro vera dimensione storica, la loro incancellabile identità. Che senso ha definire semplicemente “missionario” un sacerdote combattente volontario fascista nella guerra criminale d’Africa? Perché tollerare la scritta “docente di scuole romane” sulla via dedicata ad un autore di saggi antiebraici, schieratissimo con la campagna delle leggi razziali del ’38? E non parliamo poi di nomi come Amba Aradam o altri che non furono certo esotiche méte di villeggiatura ma luoghi devastati da sanguinarie stragi. Ecco Roma è una città da re-mappare e anche Garbatella, “aprico quartiere” del buon vivere, merita di veder rilette con più attenzione i nomi di alcune sue vie.

Mappa 2

Segui il track https://www.openstreetmap.org/user/Agostino%20Letardi/traces/3923142

Personaggi presenti sulla mappa:

Benedetto Brin 

Uomo di guerra favorevole all’impegno militare nel Tigrai dopo la disfatta di Adua

Benedetto Brin (Torino, 17 maggio 1833 – Roma, 24 maggio 1898) “Insigne cultore dell’ingegneria navale”  lo definisce un atto del Comune di Roma già nel settembre 1921. E’ il riorganizzatore della flotta di guerra del Regno d’Italia,  progetta corazzate e dopo il disastro di Adua, ministro nel governo del marchese di Rudinì, impone nuovi Crediti di guerra a sostegno dell’impegno coloniale italiano sul fronte del Tigrai.

Luigi Luiggi

Senatore emerito del Fascismo

Luigi Luiggi (Genova, 3 agosto 1856 – Roma, 1º febbraio 1931) politico e ingegnere italiano. Deputato del gruppo nazionalista nel ’24, già impegnato nella prima penetrazione coloniale in Africa, diventa senatore per il PNF e nel commiato funebre di Luigi Federzoni, ministro delle Colonie, fu definito  “uno dei suoi veterani più insigni del fascismo” 

Caffaro da Caschifellone

Crociato, diplomatico, avventuriero, scrittore

Caffaro di Rustico da Caschifellone, spesso citato solo come Caffaro (1080 o 1081 – Genova, 1164 circa), è stato un crociato, un diplomatico, un avventuriero e scrittore di cronache marinare. Da giovane in compagnia di Guglielmo Embriaco detto “Testa di Maglio” partecipò alla spedizione in soccorso dei crociati di Goffredo di Buglione. Di ritorno dalla Terrasanta fornì, “davanti a notaio”, un fedele resoconto (non privo di truci particolari) sulle scorribande nel mar Mediterraneo. Egli stesso del resto pare non avesse disdegnato di impossessarsi di prede e bottini catturati in Oriente.

Edoardo Masdea

Politico e generale del genio navale

Edoardo Masdea (Napoli, 23 luglio 1849 – Roma, 12 maggio 1910) ingegnere e generale del genio navale, progettò diverse classi navali della Regia Marina della fine dell’Ottocento, tra cui gli incrociatori corazzati della classe Vettor Pisani utilissimi nella conquista libica. La potenza di questi mezzi è ben citata in una canzone che esprime lo spirito del tempo: Naviga, o corazzata / Benigno è il vento e dolce la stagion / Tripoli, terra incantata / Sarai italiana al rombo del cannon (Tripoli bel suol d’amore di Giovanni Corvetto e Colombino Arona, Torino 1911)

Giuseppe Sapeto

Missionario, agente commerciale, precursore del colonialismo italiano in Africa

Giuseppe Sapeto (Carcare, 27 aprile 1811 – Genova, 25 agosto 1895), è stato missionario, esploratore e agente sia del Governo Italiano che di quello francese in Africa. E’ considerato tra i “precursori della conquista italiana del continente nero”. E’ sua l’operazione commerciale della baia di Assab, acquistata nel 1869 da Raffaele Rubattino, e nel marzo 1882 acquisita dal Governo italiano per impiantare qui la sua prima testa di ponte coloniale sul Mar Rosso.

Guglielmo Massaia

Missionario e negoziatore della penetrazione commerciale in Africa

Guglielmo Massaia, (Piovà, 8 giugno 1809 – San Giorgio a Cremano, 6 agosto 1889), missionario per oltre trentacinque anni fu attivo per favorire la penetrazione commerciale del regno sabaudo in Africa. I suoi rapporti col Ministero degli Affari esteri, le relazioni con la Società geografica italiana fondata a Firenze nel 1867, lo fecero promotore di colonie agricole nei dintorni di Massaua e, da vicario apostolico, trattò la poco cristiana vicenda di impiantare una colonia penale in Eritrea dove deportare, sul modello della Guaiana francese, i detenuti più difficili e votati all’evasione.

Giovanni da Capestrano

Inquisitore persecutore di eretici e ebrei

Giovanni da Capestrano (Capestrano, 24 giugno 1386 – Ilok, 23 ottobre 1456) figlio d’un barone tedesco fattosi frate e poi nominato inquisitore si distinse per il suo “zelo a combattere l’eresia, perseguitare gli ebrei e debellare fraticelli e hussiti”. 

Manfredo Camperio 

Geografo colonialista

Manfredo Camperio (Milano, 30 ottobre 1826 – Napoli, 29 dicembre 1899), eroe risorgimentale protagonista delle cinque giornate di Milano, esponente della Società Geografica Italiana e poi fondatore della Società di Esplorazione Commerciale in Africa, fervido sostenitore del diritto coloniale italiano a piantare “la bandiera, pacifica e civilizzatrice, così nei mari lontani come nelle terre tutt’ora inesplorate, ove aprire nuovi mercati ai commerci”. Nel suo libro di memorie (da Assab a Dogali. Guerre Abissine, Fratelli Dumolard Editori, Milano 1887) afferma il principio di “Esplorare prima di combattere”.

Padre Reginaldo Giuliani

Cappellano delle camicie nere, fascista volontario nella guerra coloniale in Etiopia

Padre Reginaldo Giuliani (Torino, 28 agosto 1887 – Passo Uarieu, 21 gennaio 1936) Sacerdote e cappellano delle Camicie Nere, sostenitore dei Fasci italiani di combattimento, a 48 anni si arruola volontario nella guerra d’Etiopia dove muore. Il regime fascista lo esalta nella propria propaganda considerandolo “perfetto milite fascista, obbediente, spartano, fideisticamente convinto della bontà e del successo della causa nazionale”. La figura di Padre Giuliani, ricordato più come soldato che sacerdote, accompagna tutte le nefande avventure del Fascismo: dai massacri in Etiopia alla collaborazione col golpe di Franco in Spagna, dalla guerra al fianco di Hitler alla repressione antipartigiana e ai crimini di Salò. Il suo nome entra nelle Cantate di Legionari che celebrano la mistica “redentrice” del conflitto: “Gronda di sangue il gagliardetto nero / che contro l’Amba il barbaro inchiodò / Sui morti che lasciammo a Passo Uarieu / la Croce di Giuliani sfolgorò…” (Auro D’Alba- Francesco Pellegrino, 1936). Il nome di Reginaldo Giuliani qui a Garbatella è un’offesa alle tradizioni democratiche e antifasciste del quartiere e questa via a lui dedicata andrebbe rivista. Da don Roberto Sardelli a don Luigi Di Liegro i nomi di sacerdoti che hanno onorato la vocazione vivendo il “vangelo degli ultimi” nelle periferie romane non mancano e un’amministrazione degna di questa città dovrebbe provvedere di conseguenza.