È stato un abbraccio collettivo, di comunità. È stato anche il racconto di un battesimo nuovo, a cui quella stessa comunità prendeva parte, a riassegnare e riconoscere i nomi e i cognomi dispersi nella menzogna. La voce di Gianluca Peciola era la sua emozione, come è giusto che sia nei riti che ti portano oltre quello che eri, in cui ti trovi prima nudo e poi rivestito di una identità che nella ricerca, nel dolore e poi nella gioia di una nuova scoperta si è fatta nuovamente identità pubblica.
La linea del silenzio è tante cose insieme: è un romanzo di formazione, è un romanzo storico, è un memoir in cui si avverte la pressione della Storia grande farsi minacciosa su quella minuta di una famiglia proletaria, comunista, impreparata a conoscere la violenza del fuori, della lotta armata, delle conseguenze di quanto scelto da un suo membro. È anche metafora della Storia italiana, di una vicenda nazionale che ancora non ha fatto pace con il suo passato perché ancora lo guarda come estraneo alla propria biografia.
Hanno dialogato con l’autore: Anna Giurickovic Dato, Danilo Chirico, Marino Sinibaldi. Ha moderato l’incontro Francesca Tagliafierro.