Pestaggio di Stato. Presentazione del libro di Nello Trocchia martedì 13 dicembre

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Lo Stato torna ad essere quello della “Macelleria Messicana” di Genova 2001, quello Stato che spezza i manganelli sul corpo di Federico Aldrovandi, che infierisce su quello di Stefano Cucchi. Lo stesso volto del potere, corpi di uomini in divisa e violenza su altri corpi, inermi, quelli dei detenuti che, secondo la Costituzione, dovrebbero essere condotti verso una vita fatta di Legge rispettata e reinserimento sociale.
E invece no, nel periodo più terribile della Storia repubblicana, una parte dello Stato sospende lo Stato di diritto e diventa maligno, diventa il contrario del Diritto e dei diritti che dovrebbe promuovere.
Santa Maria Capua Vetere, 6 aprile 2020. Quel pomeriggio, ad entrare nel reparto Nilo del carcere Francesco Uccella sono 283 agenti della polizia penitenziaria, nascosti in anonimi caschi, armati di manganelli. Irrompono nelle celle e prendono a calci, a pugni, a schiaffi i detenuti. Alcuni vengono rasati a forza. Il pestaggio dura ore. È una mattanza.
Nei giorni successivi i fatti vengono denunciati, ma il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria respinge le accuse. Lo Stato prova ad autoassolversi, ma la verità viene a galla per la sinergia di forze giuste: ad alzare la voce sono associazioni come Antigone e un giornalista d’inchiesta coraggioso come Nello Trocchia.
Oggi, in un momento storico in cui il tema dei diritti umani torna ad essere al centro della vita politica e sociale, ascoltiamo dalle parole dell’autore il racconto di un’inchiesta che ha qualcosa di importante in comune con la storia della senatrice Ilaria Cucchi: lo Stato non può e non deve essere intoccabile. Indossare una divisa delle Forze dell’Ordine implica una maggiore responsabilità, non l’immunità da qualsiasi comportamento criminale. Uno Stato giusto protegge e tutela tutti i cittadini, senza privilegi. Così deve essere. Così, troppe volte, non è stato. Conoscere la verità, ascoltando Nello Trocchia, Ilaria Cucchi, Susanna Marietti è un modo per combattere. Oggi, è un atto necessario.